RECENSIONE "Phi" di Akilah Azra Kohen

Titolo: PHI
Autore: Akilah Azra Kohen
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato: ebook e cartaceo
Prezzo: ebook 9,99€, cartaceo 19,00€
Pagine: 520
Data Pubblicazione: 22 Gennaio 2019

Il primo volume della trilogia turca che ha venduto più di due milioni di copie e che, oltre al piacere di una storia appassionante, offre al lettore un percorso verso la consapevolezza di sé.
Unico nel panorama italiano, è un romanzo che unisce forti elementi inspirational a una grande storia d’amore, suspence e passione.

Can Manay è uno psicologo con molte ombre nel passato. Grazie alla sua filosofia di vita e ai suoi insegnamenti, ha ormai la popolarità di un guru ed è una potente – e capricciosa – star mediatica. Un giorno, mentre visita una proprietà da acquistare in un quartiere defilato della città, scorge tra le foglie una ragazza, una ballerina, che con una grazia e un’armonia uniche si esercita nel giardino di casa. Per Can è una vera e propria rivelazione: davanti a sé c’è l’incarnazione della perfezione estetica, di ogni ideale di bellezza, il PHI. L’uomo non può far altro che ricorrere a tutti i suoi mezzi e la sua ricchezza per conquistarla… Ma c’è qualcosa di più spietato dell’amore per una sola persona?
Inizia così la travolgente storia di Can e Duru, del suo fidanzato Deniz e di Özge, una giornalista che scoprirà scottanti segreti sul conto di Can. Quattro personaggi intramontabili perché ci somigliano da vicino, ciascuno con i suoi traguardi da raggiungere e le sue ossessioni. Una storia di passione, speranza, tradimento, come la vita vera, che condurrà il lettore a muovere i primi passi verso un percorso di consapevolezza. Come i personaggi di PHI, infatti, “ciascuno, nella vita, ha una cosa che gli riesce molto bene. Una soltanto. Ce la portiamo dentro sin dalla nascita” e il nostro compito è riconoscerla; in una parola, scoprire chi siamo davvero. PHI è il viaggio di chi, senza paura, è padrone della propria esperienza, e non si perde nei suoi mille rivoli.
AZRA KOHEN (1979) è una psicologa cognitivo comportamentale turca che ha studiato in Gran Bretagna e si è specializzata in studi motivazionali. La trilogia PHI, CHI, PI ha avuto un enorme successo in Turchia arrivando a vendere due milioni di copie. Da PHI è stata tratta una popolarissima serie tv.

Cari lettori, ben trovati! Ho il piacere di parlarvi di un libro che ha subito attratto la mia attenzione sia per la copertina che per il titolo: PHI, scritto da Azra Kohen, edito da Mondadori.
Si tratta di un libro particolare, una lettura nuova che si discosta dagli standard, come i suoi personaggi. Il punto di forza sta proprio in loro. Sono vivi, veri, bellissimi e orribili. Sono inquietanti e romantici, ossessionati e passionali, gentili e pericolosi.
Ce ne sono molti a dire il vero, ma il protagonista è Can Manay, uno psicologo famosissimo che tutti seguono con interesse, è una persona popolare con un certo potere. Potere che deriva anche dalla sua mente e dalla sua conoscenza. Can Manay ha sempre vissuto secondo i suoi principi, ma nasconde molte cose, ha degli scheletri nell’armadio che non riusciamo ancora a scoprire. La sua vita viene stravolta quando per la prima volta vede Duru. Vederla danzare è una rivelazione, lei è eterea, una dea, la perfezione, il PHI. Can diventa letteralmente ossessionato da lei, e da quel momento in poi tutto sarà fatto in funzione di Duru.

“E poi la vide. L’immagine non era nitida, lo spiraglio da cui guardava era molto piccolo. Era la musica, la sigaretta fumata a stomaco vuoto, oppure Lei? Non l’avrebbe mai saputo, in un millesimo di secondo processò tutti i file della sua mente per capire cosa stesse provando e gli si parò davanti una sola parola: “colpito”. Can era profondamente scosso. La ragazza era in equilibrio su una gamba sola, su un tronco, dritta come una statua, poi sollevò, lentamente ma senza tremare, l’altra gamba, con un’apertura di centottanta gradi. Il vestito non poté resistere alla gravità e scivolò, scoprendo quella gamba perfetta. Era muscolosa, solida, affusolata e femminile, come doveva essere... il Phi.”

Peccato che la ragazza sia impegnata con un uomo per cui Can nutre sentimenti contrastanti, Deniz, un musicista. Can dovrebbe odiarlo per quello che condivide con Duru, e lo fa, però allo stesso tempo capisce il potenziale dell’uomo e cosa lo rende così interessante.
Il quarto personaggio è Özge, una giornalista devota a portare alla luce i segreti di Can. È una ragazza forte e determinata, bella ma che ha deciso di nascondere la propria bellezza e farsi notare per il suo carattere e le sue capacità.
Ci sarebbe troppo da dire sui personaggi, così complessi, pieni di ombre e luci. L’autrice ha fatto un lavoro di chiaroscuro eccezionale.
Prendiamo Can, sembra intoccabile, ma anche lui ha delle debolezze. Cerca di essere sempre coerente con se stesso, ma spesso, a causa della sua ossessione, cede all’ipocrisia e usa tutte le tecniche manipolatrici che conosce per volgere gli eventi a suo favore. Premeditare ogni cosa rende Can un soggetto pericoloso.
Infatti c’è sempre un’aura attorno a lui che ci tiene in tensione, potrebbe succedere di tutto. Sembra che in molte situazioni sia in procinto di perdere il controllo e chissà cosa potrebbe succedere. La continua ricerca del PHI e il cercare di possederlo credo che lo porterà fuori di sé, o forse ad abbracciare il vero se stesso.

“Questa era la sua unica debolezza. Il Phi si era trasformato nella sua ossessione”“L’unico a non essere in armonia con il Phi era Can.”

Questi quattro personaggi, insieme alla compresenza di altri non meno rilevanti, creano un’atmosfera realistica e allo stesso tempo surreale. Quello che succede loro è assimilabile alla vita vera, ma vivere le vicende attraverso le loro menti innalza tutto su un altro piano. Il continuo viaggio all’interno delle loro coscienze ci porta ad addentrarci in un labirinto, ci stimola a farci domande, ad analizzare noi stessi e quello che ci circonda. Molte delle parole dei personaggi portano alla luce pensieri sul mondo e sulla società che, credo la maggior parte di noi, possa condividere.
La narrazione è scarna ma elegante, di un registro piuttosto elevato. dura e incisiva. Non si perde in fronzoli. La passione e l’amore sono presentati in modo insolito, non con il classico trasporto o romanticismo, ma in modo disturbante e con un erotismo spesso inquietante.
Il narratore è onnisciente, conosce ogni cosa, e lo notiamo da alcune frasi del tipo: “ancora non sapevano che” “per i successivi mesi”. Lascia intendere che accadranno cose importanti che i protagonisti e noi non sappiamo, ma che leggeremo in futuro negli altri volumi.
Di certo non è una lettura per alleggerire la mente, casomai il contrario. È impegnativa ma appassionante.
Sicuramene lo consiglio a chi, come me, ha bisogno ogni tanto di tornare alla narrativa, di abbandonare il romanzo romantico e addentarsi in qualcosa di più impegnativo, di sperimentare e anche di mettersi alla prova.

“Questo libro non è per tutti. È stato scritto per quelli tra noi che sono consapevoli del fatto che nulla è come sembra, che dal momento in cui nasciamo siamo bombardati da sollecitazioni che ci allontanano da ciò che siamo destinati a essere e ci trasformano in esseri sociali. Che nel corso della sua esistenza la cosa più importante per questo animale umano è scoprire la propria individualità mettendola al riparo dalla vita quotidiana. Che la nostra sacra “curiosità” è stata compromessa e indirizzata verso qualsiasi cosa tranne la conoscenza del nostro potenziale. Che alle cose davvero importanti è stata tolta importanza.”

Ricordo che l’autrice e il protagonista sono psicologi, quindi sarà un po’ come auto-psicanalizzarsi tramite i personaggi.


Buona lettura!

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