RECENSIONE "L'ultimo sorriso" di Alfonso Pistilli

Titolo: L’ultimo sorriso
Autrice: Alfonso Pistilli
Editore: Policromia
Genere: Giallo
Formato: ebook/cartaceo
Prezzo: 3,75  €/  13,30  €
Data pubblicazione: 17 luglio 2018
Protagonisti: Alessandro Cocco
Pagine: 132
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Quando Alessandro Cocco, venditore di viaggi porta a porta, apatico e privo di vigore, scopre che Halina, la sua amica escort che frequenta il bel mondo del calcio e dei ricchi di Bari, ma che con lui ha un vero e sincero rapporto di amicizia, è morta e che è stato stabilito che la sua morte fosse il risultato di una scelta suicida, si rifiuta di accettare quella che ritiene una bugia. Decide di capire, di indagare, di trovare risposte. Al funerale dell’amica viene avvicinato da una ragazza che è un’amica di Halina e dice di fare il suo stesso mestiere. Per Alesssandro incomincia un periodo di intensi cambiamenti, interiori soprattutto, una sorta di risveglio emotivo e di presa di coscienza delle sue capacità. Le sue indagini e la sua testardaggine lo portano a infilarsi in un mistero intricato che coinvolge anche il mondo del calcio fino alla soluzione finale.


Alfonso Pistilli è nato a Bari il 5 luglio 1978. Laureato in economia e impiegato amministrativo in un’azienda della Grande Distribuzione. Grande appassionato di sport, di lettura, viaggi, trading è sposato da nove anni con Nicoletta.


Sono a caccia di letture di gialli e per questo mi sono avvicinata a questo libro incuriosita e in attesa. Se mi avessero detto che parlava di calcio scommesse, lo avrei snobbato. Invece ho trovato piacevole leggere la storia e mi sono affezionata ad Alessandro. L’ho visto crescere e venire fuori dal suo bozzolo, fino a diventare un uomo soddisfatto di sé e di ciò che fa, capace di scrollarsi addosso la noia e l’apatia che rende grigia e intristita la sua vita e arrivare addirittura a risolvere un mistero e a scoperchiare il vaso di Pandora del calcio scommessa.

Quante cose sfuggono quando si pensa che la vita sia solo un alternarsi dei giorni uno uguale all’altro, facendosela scorrere davanti.

Mi sono piaciuti alcuni trucchi narrativi come descrivere i personaggi attraverso l’immaginazione del protagonista principale, che ci racconta come pensa che stia muovendosi e agendo il personaggio che interloquisce con lui.

La immagino seduta sul davanzale della finestra, la schiena poggiata allo stipite laterale e la gamba destra sollevata con la pianta del piede anch’essa sul davanzale; il cellulare tra la spalla e l’orecchio, la sigaretta estratta da una custodia dorata con movimenti lenti ma chirurgici.

Un’altra tecnica narrativa che mi è piaciuta è quando il narratore, che è il personaggio principale, visto che la narrazione è in prima persona, si rivolge al lettore per invitarlo a riflettere.

Pensateci su quante colte parliamo di una società senza valori? …Abbiamo talmente paura di vivere che ci limitiamo a sopravvivere. Io, però, conservo ancora la speranza, il piacere di condividere, il calore di un abbraccio, la voglia di affidarmi e, se state leggendo queste righe senza, annoiarvi, anche voi.

Le descrizioni della città di Bari fatte come se si fosse seduti dietro Alessandro sul suo scooter, ti fanno sentire nei luoghi, come se li conoscessi e hai, a volte, perfino la sensazione di caldo o di freddo in relazione al clima del momento, che sono descritte molto bene.
Il giallo si dipana lento creando attese e poi, vengono dati piccoli indizi o informazioni, che non sono mai definitive per la risoluzione, con piccoli colpi di scena, fino alla soluzione finale, cercata, attesa e costruita a balzi.
La scrittura è curata e semplice e permette una lettura liscia e chiara.
A parte Alessandro gli altri personaggi sono inconsistenti, tutto gira intorno a lui e solo lui ha lo spessore che lo rende credibile. Alcuni degli eventi sono rocamboleschi fino a essere a volte poco verosimili ed è questo il neo del racconto.
A chi può piacere? A un lettore uomo interessato di calcio.

Buona lettura!




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