RECENSIONE "Drop of Blood: Wars of faith" di Deborah P Cumberbatch

TITOLO: Drop of Blood: Wars of faith 
AUTORE: Deborah P. Cumberbatch 
EDITORE: Self Publishing 
GENERE: Paranormal Fantasy 
SERIE: Drop of blood vol. 2 
USCITA: 22 aprile 2018 
PAGINE: 626 
PREZZO: ebook 2,99 euro, cartaceo 15,60 euro


Sono trascorsi ormai cinque mesi da quando Hamok, il vampiro primordiale, è risorto, eppure sembra essere scomparso, come se stesse dormendo e aspettasse il momento per la sua prossima mossa. Paige è preoccupata e l’avvertimento che Hamok le ha dato appena uscito dalla caverna le riecheggia costantemente nella testa: “Ti aspetterò”. Nathan continua a starle vicino, ma nemmeno lui riesce a controllare gli straordinari poteri di Paige, che esplodono senza alcun controllo, nutrendosi delle sue emozioni e facendo emergere costantemente la Cacciatrice che è in lei. Egli sa solo che sarà disposto a qualunque cosa per aiutarla. Anche Paige ha una sola certezza: darebbe la sua vita per difendere le persone che ama, anche se questo volesse dire proteggerli da se stessa. Una nuova minaccia infatti la perseguita: gli spettri. Questi dicono di volerle mostrare il “vero”, perché ormai le verità sono troppe e tutti sembrano mentire e nascondere qualcosa che potrebbe essere essenziale. L’intera storia che viene tramandata dalla Creazione potrebbe essere un'immensa bugia e i ruoli potrebbero capovolgersi. La fine potrebbe significare un nuovo inizio.



Bentrovati, lettori del blog Opinioni Librose! Scrivere una recensione è difficile, per molti motivi. Per dirne uno, non esiste autore che non desideri recensioni a cinque stelle che gratifichino il proprio ego, così come non ce n’è uno che non si risenta almeno un po’, se non riceve il massimo dei voti. La differenza tra un autore meritevole e uno che non lo è sta, a mio personalissimo avviso, nel modo in cui reagisce. A Deborah avevo fatto una critica molto dura per il primo volume di questa serie. Non perché io sia sadica, né perché lei fosse incapace, ma perché ne avevo intuito il talento e speravo che accettasse i miei suggerimenti per quello che erano: una spinta a fare di meglio, ad andare oltre i luoghi comuni per dare il meglio di sé. Ebbene, con questo secondo volume, Deborah dimostra nei fatti di essersi superata. Andiamo, però, nel dettaglio della storia e vediamo cosa è successo… Paige ha finalmente accettato il proprio pesante retaggio e ogni giorno si sforza di maturare, di dominare i propri poteri anziché esserne dominata. Non è, però, un’impresa semplice e se ne renderà conto ben presto, durante un incidente che rischia di trasformarsi in una tragedia.

“Mi ero trovata davanti una scelta e all’inizio pensavo che scegliere Nathan fosse l’equivalente di non scegliere me. Di andare contro tutto quello in cui credevo. I vampiri erano cattivi, le Cacciatrici erano buone. Nessuna scorciatoia, solo bianco e nero. Ma poi avevo capito: i colori non sono solo due e non esiste solo Bene e Male. Esistono le possibilità e quello che ne facciamo, esistono le sfumature e il valore che diamo a ognuna di esse.”

Nathan, il vampiro di cui è innamorata, le sta sempre accanto. Veglia su di lei e la protegge, ma non esita a prenderla a calci nel sedere, se deve spronarla a esercitarsi. Ed è per lui che Paige ritarda finché può la scelta di lasciare tutto, famiglia, amici, paese, per recarsi presso Turo Brien, un luogo antico in Inghilterra, in cui potrà ricevere l’educazione magica della quale ha bisogno.
Qui inizierà il duro allenamento di Paige che, tra nuove amicizie e numerose antipatie, dovrà da un lato tentare di comprendere i continui sogni che fa, dall’altro arginare le aggressioni da parte degli spettri e le paure che nutre a proposito di Hamok, il vampiro primordiale che le dà la caccia. Ma sarà davvero così? Sarà davvero Hamok il nemico oppure Paige dovrà affrontare qualcun altro?

Considerazioni 

Trama, svolgimento, stile ed editing: non c’è niente in cui questo volume non brilli. La storia è maturata e lo si avverte sin dalle prime righe. I personaggi sono cresciuti, si sono sbarazzati di tutto ciò che li appesantiva, rendendoli non tali ma capricciose caricature. I dialoghi sono finalmente realistici, brillanti, profondi. Per tutto il tempo, ho avvertito una cura dei dettagli davvero incredibile. Paige, in particolar modo, non è più la ragazzina arrabbiata e sboccata che conoscevamo, ma ha finalmente accettato il suo ruolo, le sue responsabilità e sceglie coraggiosamente di sfidare tutti, pur di mantenere il controllo sulla propria vita. Del resto, le accadono tante di quelle vicende che anche un personaggio più maturo avrebbe avuto non poche difficoltà ad affrontarle! Immenso è il lavoro svolto dall’autrice sulle questioni sogni e divinità, che rappresentano in effetti il punto di forza della trama, perché creano tensione, curiosità e dubbi che, man mano, l’autrice chiarisce.
Finale incredibile, coraggioso e assolutamente in linea con la trama. Ho apprezzato tantissimo l’evoluzione dei personaggi, le loro mille sfumature e l’introduzione di figure nuove e avvincenti, così come ho adorato l’inaspettato capitolo finale! Anche l’apparire improvviso, sul finire del libro, dei punti di vista degli altri personaggi mi è piaciuto molto. Ha movimentato la lettura già scorrevole, creando ulteriore suspense. Mi secca dover attendere il finale della trilogia, perché adesso la curiosità è davvero tanta, ma per un libro di qualità occorre tempo. E Deborah ha dimostrato di essere in grado di staccarsi dagli stereotipi e dai cliché, per dare vita a un universo che sia tutto suo, originale e accattivante. Complimenti a lei e buona lettura a tutti voi!



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