PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA - "L'erede ribelle" di Cristiano Pedrini

Titolo: L’EREDE RIBELLE
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa
Pagine :  119
Formato cartaceo: 13x30
Formato ebook: epub/mobi e pdf
Pubblicato con Youcanprint
Data pubblicazione: Dicembre


CAPITOLO SECONDO

Inizio con brio

Whistler era da sempre considerata una località incantevole. Nei mesi estivi diveniva un luogo dove potersi immergere nella natura e praticare numerosi sport all’aria aperta facendo crescere vertiginosamente la sua piccola popolazione, di diecimila abitanti.
Ma oltre ai paesaggi e alle escursioni che questa meta, tra le più visitate  della Columbia Britannica, poteva offrire, si aggiungevano svariati eventi e manifestazioni che nel periodo invernale cedevano il posto agli sport sulla neve. Nel 2010 la cittadina aveva ospitato la XXI edizione dei Giochi Olimpici Invernali consacrandola agli amanti dello sci alpino e dello snowboard, ma dovendo scegliere molti preferivano le atmosfere da cartolina natalizia che la località offriva in quel particolare periodo dell’anno.
Adagiata ai piedi del monte Whistler, anche  quell’anno, la cittadina si apprestava a offrire la stessa magia a tutti coloro che vi avrebbero vissuto e soggiornato.
Ma quella mattina era iniziata in modo del tutto diverso da quel che Philip avrebbe desiderato, sebbene  al suo risveglio la grande sagoma della montagna era lì ad attenderlo, come sempre. 
Aveva infatti collezionato quello che, per usare un gergo che aveva sentito ripetere più e più volte da parte dei ragazzi che frequentavano la biblioteca, era un bell’esempio di sfiga all’ennesima potenza  a partire dalla sveglia che non aveva suonato e dall’essersi accorto che nel frigorifero l’ultimo brik di latte era desolatamente vuoto. La sua vecchia Ford aveva faticato di nuovo ad accedersi dopo aver passato la notte all’aperto e infine, per completare l’opera, la neve continuava a scendere pigramente ammantando il paesaggio.
“Bene Philip… Oggi ti presenterai al lavoro con un diavolo per capello” pensò sfregando le mani contro il volante mentre la vettura avanzava lentamente lungo la strada imbiancata. Conoscendosi avrebbe reagito in malo modo a qualsiasi commento ed era quello che doveva evitare a ogni costo, soprattutto nella sua nuova veste di tutor. 
«Conta fino a dieci…» si disse sollevando lo sguardo verso il  cielo plumbeo. «No… fino a cinquanta,» aggiunse.
Quando abbassò di nuovo gli occhi sulla carreggiata, scorse una figura lungo il bordo che spingeva quella che sembrava una motocicletta.
«Incredibile, ho trovato uno più sfortunato  di me» si disse arrestando l’auto sul ciglio della strada.
Abbassò il finestrino, cercando di sporgersi. «Serve aiuto?»
La persona si voltò  guardandolo con un’espressione smarrita.
«Se può darmi un passaggio lascerei qui volentieri questo rudere.»
«Certo. Dove deve andare?»
«Alla biblioteca di Whistler» rispose prontamente, appoggiando senza troppi complimenti la motocicletta contro un muretto.
La fantasia di Philip venne congelata dal sorriso prorompente di quella persona che si chinò per aprire lo sportello. Quando se lo ritrovò seduto accanto si accorse che si trattava di un ragazzo, il quale prese a sfregarsi convulsamente le mani per riscaldarsi.
Dal berretto di lana si intravedevano alcune ciocche di capelli castani che si mostravano timidamente su quel viso a punta ancora pallido per via del  freddo.
Il giovane bibliotecario si voltò verso il sedile posteriore e levò dalla sua borsa un termos di caffè caldo, porgendoglielo. «Tieni, questo ti aiuterà» gli disse. 
Quel gesto gentile incontrò di nuovo lo stesso sguardo perplesso del suo ospite.
«C’è qualcosa che non va?» Chiese Philip
«Come faccio a sapere che questa roba è buona e non contiene qualche…»
Philip, senza lasciare che l’ospite terminasse di parlare, gli prese il termos dalle mani e si versò un bicchiere di caffè caldo sorseggiandolo davanti ai suoi occhi azzurri e tersi.
Rimise il tappo e glielo posò sulle gambe rimettendo in moto la vettura. 
«Controlla che non mi addormenti alla guida altrimenti toccherà a te portarci a destinazione» rincarò la dose Philip osservando la strada.
“Ora vediamo come reagisci, piccolo indisponente” pensò, godendosi quel gesto plateale.
«Ti sei offeso per caso?» Si sentì domandare subito dopo.
«Tu cosa dici?»
«Dico di sì, ma te ne farai una ragione.»
«Probabilmente sì. Ma, cambiando discorso, posso chiederti che ci facevi fuori in moto con questo tempo?»
«Non avevo altri mezzi e credevo che la strada fosse più pulita» fu la pronta risposta del ragazzo che lentamente iniziò a svitare il tappo del termos.
«Capisco. Comunque se vuoi posso far finta di non vedere che vorresti bere quel caffè» osservò battendo le dita sul volante.
«Bravo, guarda da tutt’altra parte!»
«Non ci siamo neppure presentati… io sono Philip Bowen.»
«Ma che botta di fortuna… inizierò il mio primo giorno di stage venendo accompagnato dal mio tutor!» replicò ironico il passeggero. 
Le dita del giovane bibliotecario si strinsero nervosamente al volante quando si accorse che il suo esordio era il più lontano possibile da quello che si era immaginato.
Immaginava che avrebbe accolto Jacopo all’ingresso della biblioteca. Un saluto cordiale, una pacca sulla spalla e una stretta di mano… E invece non era accaduto nulla di tutto questo! Tu sei Jacopo Suvich?» chiese, ben sapendo la risposta.
«Che intuito!» rispose lui sorseggiando il secondo bicchiere di caffè.
«Non sarai un fenomeno ma questo lo sai fare bene» soggiunse sollevando il termos.» 

Buona lettura!

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