RECENSIONE "Le memorie di uno Cyborg" di Alex Zaum

Titolo: Memorie di un Cyborg
Autrice: Alex Zaum
Editore: Eden Edizioni
Genere: Distopic
Formato: Cartaceo
Prezzo: 15,00 €
Data pubblicazione: 2017
Protagonisti: Sean Parker
Pagine: 432
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Sean Parker è un cyborg che sta perdendo la memoria e, con essa, la propria identità. Mentre ha tra le mani l'ultimo DVD di Matrix, miracolosamente scampato alla guerra, viene contattato dalla Stilla. Cosa vorrà da lui la più grande corporazione mondiale?

Come Zeta, il capo dei terroristi del romanzo, l’autore si nasconde dietro una maschera. La ragione è semplice: anche Alex Zaunm è un personaggio di fantasia. E, come il protagonista, ama Lost e Black Mirror, la fantascienza di Philip Dick e Stephen King, i fumetti di Alan Moore e Frank Miller.


Cari lettori, per voi ho letto Memorie di un Cyborg di Alex Zaum. Si tratta di un distopico che ci catapulta nel 2048 e in un mondo completamente diverso. Dopo la Terza Guerra Mondiale e una serie di attacchi chimici, la Terra è completamente cambiata. La vegetazione, il cibo, le persone non sono più come prima e l’acqua è diventata un bene prezioso che solo pochi possono permettersi. C’è talmente tanta tossicità che non si può mangiare né bere nulla di quello che si trova in “natura”. Si fa per dire, perché di natura non c’è rimasto proprio niente.

“Eravamo stati noi invasori occidentali a creare quell’immensa nube tossica, con le nostre armi chimiche, come prima avevano fatto i cinesi con gli Stati Uniti. Agente Quattordici per inibire il sistema nervoso dei nemici, Fosgene per impedirne la respirazione, Iprite e Lewisite per provocare ustioni, Cloruro di cianogeno e Acido cianidrico per generare confusione, nausea e convulsioni. Per ogni situazione avevamo la migliore soluzione tossica. Alla lunga, tutta quella merda aveva generato un abominio che sarebbe durato millenni.”

Inoltre la tecnologia è talmente avanzata che ha portato alcune persone a trasformarsi quasi completamente in cyborg, per diletto, necessità o sopravvivenza. Le nuove tecniche chirurgiche e biomeccaniche sono in grado di trasformare l’aspetto di chiunque rendendolo standardizzato. Chi può permettersi questi lussi, compresa l’acqua potabile, viene chiamato con l’appellativo di consumatore, mentre i sopravviventi sono coloro che vivono come reietti, deformati e ammalati a causa della tossicità di ciò che ingeriscono.
Il protagonista Sean Parker è figlio del secolo passato e ha dei vaghi ricordi di com’era tutto prima della guerra. Adesso è un cyborg e sta gradualmente perdendo la memoria e i ricordi che aveva prima della trasformazione. Questa cosa lo preoccupa molto, anche perché è molto attaccato al passato. 

 “Ero metà uomo e metà macchina, la somma degli sfuggenti ricordi di Sean Parker e delle percezioni amplificate dei miei sensi artificiali”

Lui e il suo socio vengono ingaggiati per investigare su un furto avvenuto ai danni della corporazione Stilla, che detiene il monopolio dell’acqua potabile. Il progetto segreto 2037 è stato rubato e deve assolutamente essere ritrovato.
L’altra grande corporazione, in rivalità con la Stilla, è la Biocorp, che si occupa di interventi e sviluppi biomeccanici. 
Che la Biocorp c’entri qualcosa con il furto?
Chi c’è dietro a tutto?
Ovviamente non lo saprete certo da me.
Tutto il libro è incentrato sulla ricerca di questo progetto rubato e sulle indagini per arrivare al colpevole. Oltre al protagonista troviamo una serie di altri personaggi implicati nella vicenda, che sono utili a farci capire qualcosa in più da altre prospettive. Infatti il libro è narrato in prima persona nei capitoli riguardanti Sean Parker, mentre per tutti gli altri capitoli è usata la terza persona. La lettura comunque non viene influenzata dal cambio dei punti di vista. Penso che la scelta sia dovuta al fatto che il romanzo è strutturato in modo particolare. Lo stesso autore nella prefazione ci spiega che può essere letto in vari modi, per esempio leggendo solo i capitoli di Sean, solo quelli degli altri protagonisti o tutti. Io li ho letti tutti per poter capire meglio.
Non è stata una lettura facile per me, non sono riuscita a rimanere molto coinvolta. Solo in alcuni momenti la narrazione mi ha preso e mi ha incuriosito. Non perché il libro sia scritto male, anzi. L’ho trovato ben strutturato e con una scrittura corretta ma fredda, e nonostante sia in perfetta sintonia con lo stile del romanzo, mi ha reso poco partecipativa. Ci sono anche delle citazioni latine di cui mi ha fatto piacere leggere e mi hanno fatto pensare che, magari nel futuro, la nascita della nostra cultura non verrà dimenticata.
Nel libro sono presenti brevi e frequenti descrizioni dei paesaggi e dei luoghi. C’è molta azione e anche scene cruente, che devo dire non mi aspettavo, ma che hanno reso tutto più realistico. 
La storia è originale e allo stesso tempo non lo è del tutto. Infatti gli scenari e i sopravviventi, la tossicità etc. mi hanno ricordato un famoso videogioco di cui non faccio il nome. Inoltre molti elementi sono frutto dell’ispirazione tratta da altre opere di celebri scrittori, ma l’autore non ne fa mistero, anzi lo spiega lui stesso nella prefazione e nella postfazione. 
Quello che mi ha colpito di più è la differenza di pensiero tra i personaggi appartenenti a categorie diverse. Infatti c’è chi odia i sopravviventi e chi vorrebbe aiutarli. C’è chi vuole combattere contro le ingiustizie e tutto ciò che ha distrutto gli equilibri e la natura rendendo il mondo inospitale, e chi vuole proteggere le grandi corporazioni perché convinti siano l’unica possibilità di salvezza.
Mi sarebbe piaciuto saperne di più su Sean e sulle sue memorie. Mentre tutta la storia è incentrata prevalentemente sulle indagini del furto e i principi che ci sono dietro, avrei voluto che ci fosse un po’ più di umanità. Ma in un mondo fatto di cyborg, sopravvivienti e olo-terminali forse sarebbe stato fuori luogo.
Alla fine mi sento comunque di giudicarlo con un 4/5 e di consigliarlo agli amanti della fantascienza e a chi vuole provare a leggere un genere nuovo.
Buona lettura!




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