RECENSIONE - "Le lune di Avel" di Antonio Masseroni

Titolo: Le lune di Avel
Autore: Antonio Masseroni
Editore: Infinito edizioni
Genere: Fantascienza
Formato: ebook/cartaceo
Prezzo:        6,99 € / 14,00 €
Data pubblicazione: Ottobre 2017
Pagine: 356
pagina autore
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“La Terra era ormai diventata un luogo inospitale, dilaniata e ferita dal male scatenato dagli stessi uomini. Fuggire sembrava essere l’unica soluzione, in quel momento oscuro in cui i conflitti e la distruzione parevano ormai destinati a durare in eterno.
Eppure nessun luogo sulla Terra sembrava essere sufficientemente lontano, né abbastanza sicuro.
Poi, improvvisamente, un richiamo ci giunse dalle stelle, dalle remote e sconosciute profondità del cosmo. Qualcuno voleva salvarci, portarci via, offrirci protezione sul loro pianeta lontano, dove avremmo potuto vivere al sicuro da ogni sofferenza. Avel ci aspettava, per concederci finalmente la pace interiore che sognavamo da sempre.
Quella terra promessa, quel paradiso caldo e accogliente, aveva soltanto un piccolo prezzo… Avremmo dovuto smettere di essere tutto ciò che eravamo prima, avremmo dovuto dimenticare ogni cosa.
Ma un uomo è qualcosa di più dei suoi ricordi.
Era questo che la gente delle stelle non avrebbe mai potuto capire.”
“Le lune di Avel” è un romanzo di fantascienza che racconta la storia di esuli umani, fuggiti alla distruzione del mondo e ospitati in un luogo lontano e sconosciuto da una razza aliena evoluta e illuminata. Il prezzo che gli uomini hanno dovuto pagare per meritare questo lontano paradiso, è la cancellazione della propria memoria e dei propri istinti. I personaggi si ritrovano, dunque, a vivere le loro nuove vite come tante scatole vuote che bramano disperatamente di essere di nuovo riempite, ombre vacue che si muovono, del tutto prive del senso dell’orientamento, in quello che sembra essere uno scenario totalmente sconosciuto.
E così, oltre la linea narrativa, tra le pieghe della avvincente storia, intravediamo un disagio ancora più grande: quello di diventare profughi, non solo a livello fisico e territoriale, ma soprattutto emotivamente. Si tratta di uno specchio implacabile sul disagio più angosciante della nostra società, quello della solitudine emozionale, il rischio di trovarsi costretti a vivere rinchiusi nel proprio mondo individuale mentre tutto intorno ci appare estraneo, ostile e impenetrabile.


Antonio Masseroni, scrittore e musicista abruzzese, nasce nel 1978 e vive a Roseto degli Abruzzi. Nel 2014 ha pubblicato “La nostalgia dell’acqua”, suo romanzo di esordio. A distanza di circa un anno, il suo secondo romanzo “Riverberi d’ombra”, vince nella categoria Emotion al Premio Letterario Internazionale di Cattolica. Le sue storie viaggiano dal genere fantastico, al thriller, alla fantascienza, seguendo sempre il filo conduttore della centralità delle emozioni umane.


Buongiorno, cari lettori,
oggi vi parlo di una storia di fantascienza che mi ha letteralmente stregata.
La trama, così com’è scritta, spiega eventi che, in realtà, sono già accaduti. La narrazione vera e propria parte da quando Ethan si sveglia nella sua cupola, la sua solitaria abitazione, in preda a un tipo di inquietudine che non sa spiegarsi. Da quel momento, scopriamo il mondo di Avel attraverso i suoi occhi. Lo vediamo stupirsi di fronte alla tecnologia aliena, esitare nello scegliere termini che non ricorda, affrontare la vita quotidiana senza avere alcuna memoria di sé e del proprio passato.
La vita su Avel appare davvero pacifica, quasi idilliaca. Ogni pulsione umana è stata estirpata, ogni inclinazione alla violenza ridotta allo zero. Gli umani vivono seguendo regole stabilite dagli Aveliani, fino a quando qualche frammento del passato non inizia a riaffacciarsi alla loro memoria. E allora Ethan, come Felicia e come altri, inizia a seguire il proprio istinto, scoprendo che non tutto è come gli alieni dalla pelle blu e i capelli bianchi raccontano.

Ci sono libri che andrebbero letti almeno una volta nella vita. Spesso si parla dei loro autori come di “grandi”, di “classici”, di “imperdibili”. Ebbene, per me Le lune di Avel rappresenterà, d’ora in avanti, un libro imperdibile. Un punto fermo, una storia in cui gli elementi sono tutti bilanciati e, insieme, compongono un quadro unico e spettacolare.
Parliamo, per esempio, dell’ambientazione. Il mondo di Avel è tecnologicamente avanzato, ma anche quasi fiabesco: abitazioni sensibili all’animo umano, panorami mozzafiato, due lune in cielo… Ogni aspetto viene descritto in maniera sublime e così grafica che ti sembra di essere lì, di poter accarezzare le felci che cantano, di sentire il vento tra i capelli, di vedere il bianco abbagliante della fortezza aliena. Attraverso le parole scritte, si può udire la voce del pianeta come fanno i personaggi, partecipando direttamente alle loro scoperte.
Ethan e Felicia, infatti, non ricordano nulla delle loro vite precedenti e vagano come neonati tra le vie della Culla che li ospita.

“Gli avevano fatto bere qualcosa e il suo passato in un attimo era svanito. Lo chiamavano il Rito dell’Oblio.”

Eppure sensazioni e percezioni si affacciano ai margini delle loro coscienze, sempre più agitate. Anche senza memoria, la naturale curiosità degli umani inizia ad affiorare con prepotenza.

“L’impressione di vivere in un mondo fatto di carta dipinta, una sorta di scenografia, una pallida imitazione della realtà che lui un tempo aveva conosciuto.”

Comincia così per loro un lungo risveglio, una presa di coscienza profonda. Nonostante gli sforzi degli alieni per reprimere la loro umanità, essi troveranno la forza e la tenacia per riscoprire se stessi, sfuggendo al richiamo ipnotico delle felci e alle restrizioni alle quali vengono sottoposti per il loro stesso benessere, come continuano a sottolineare gli Aveliani.
E quando ci sembra di aver colto la verità, questa ci sfugge e s’ingrandisce, mostrandoci come sia facile cadere nei soliti vizi, gli stessi che hanno causato la caduta dell’umanità, diventando vittime di pregiudizi che rischiano, ancora una volta, di distruggere il pianeta.
Nel finale ogni nodo verrà al pettine e vi confesso che mi sono ritrovata a piangere lacrime di commozione, perché questo autore si è dimostrato un maestro nel rappresentare emozioni e situazioni. Mentre le racconta, le analizzi nella mente, le vedi con gli occhi, le percepisci nel cuore.
E che talento ha nella descrizione dell’animo umano!
Le parole si piegano alla sua volontà, creando una rete narrativa che ti avvince dal primo istante. Poesia e dolcezza permeano ogni sua frase. Persino quando le verità emergono con ferocia o quando appare il terribile Dominatore di Corvi, la perizia dell’autore non viene meno, al punto che quasi quasi finivo per innamorarmi dello spaventoso alieno! Povera me!
S’intuisce bene la mole di lavoro che c’è dietro questo splendido romanzo. Non una virgola è sfuggita, non un refuso. La padronanza linguistica, tecnica e narrativa di Antonio vi condurrà in un mondo di fantasia in cui niente è banale e tutto è originale. Il susseguirsi degli eventi vi lascerà sorpresi, vi indurrà a riflettere su chi siamo e sulla direzione che abbiamo intrapreso come civiltà, ma mai con freddezza. Ci saranno, anche, scene che vi daranno i brividi, facendovi immedesimare in questi bellissimi personaggi e nella loro entusiasmante, avventurosa ricerca della verità.
Complimenti di cuore, Antonio! Mi hai emozionata fino all’ultima riga!
Buona lettura a tutti voi e mi raccomando, non lasciatevi sfuggire questa perla!
Emma


Buona lettura!

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