RECENSIONE "La Tela Russa" di Sonia Perin

Titolo: La tela russa
Autrice: Sonia Perin
Editore: Lettere Animate Editore
Genere: Gialli e Thriller
Formato: Cartaceo, Ebook
Prezzo: 13,99 / 2.99
Data pubblicazione: 18 novembre 2016
Pagine: 193 (216 nella versione stampata)




Una pericolosa minaccia incombe su Venezia e l’unica speranza di salvezza è nelle mani di una sola persona. Il carnevale rischia di trasformarsi in un’enorme maschera di sangue e distruzione ordita dall’Isis e da alcuni terroristi russi. Un passato che non vuole essere dimenticato e che torna, più potente e reale che mai, nella mente e nel cuore di una donna. Un incubo soffocante che si nutre degli ideali dell’estremismo islamico.


Buongiorno, lettori!
Oggi ho il piacere di parlarvi di una interessante spy story, una storia di fantasia che presenta però evidenti agganci alla nostra realtà socio-politica.
Esordisco dicendo che, contrariamente a quanto asserito dalla trama e dalla introduzione, la protagonista non è una sola persona. L’intera storia è incentrata su una girandola di uomini e di donne, tutti agenti o ex agenti di Servizi Segreti di ogni nazione.
Ambientata prevalentemente in Italia, A Conegliano Veneto, per la precisione, la scena si sposta con grande rapidità, talvolta eccessiva, dalla Russia all’Inghilterra, dall’Olanda agli Stati Uniti e ancora, verso l’estremo Oriente.
L’Isis sta cercando di gettare le fondamenta per un attentato di grande importanza e chiede l’aiuto della malavita russa: da un incontro tra tre sconosciuti prende l’avvio un’operazione lunga e complicata, che prevede l’indottrinamento di mussulmani disposti a sacrificare le loro vite, la gestione dei loro spostamenti, la creazione di una rete di contatti, il cui unico scopo è quello di consentire a numerose navi armate di convogliare su Venezia e scatenare una vera e propria apocalisse.
Riuscirà questa tragedia a compiersi? Cosa sarà fatto per impedirla?
Per scoprirlo, vi toccherà leggere e vi assicuro che il finale, che personalmente ho adorato, non vi lascerà affatto l’amaro in bocca.
Riguardo i personaggi, se proprio dovessi scegliere quello chiave, attorno al quale ruota l’intera vicenda, non direi davvero che sia Asia Colmar, ex agente italiano, ora al soldo della Cia ma comunque in servizio non attivo. Sebbene, infatti, il suo ruolo sia centrale tanto nel mettere insieme i tasselli del piano terroristico quanto nel dare il via alla contro azione dei Servizi Segreti, a mio avviso è Simon Fjòdor il vero protagonista. Un uomo dagli occhi di ghiaccio e la coscienza sporca, assoldato per uccidere e favorire ogni fase del progetto fino a quando, stanco di sé e della propria vita, non decide di voler proteggere Asia e chiunque insieme riescano a salvare, agendo al di sopra dei propri interessi. È lui che, con scaltrezza e grandi rinunce, si muove per tutta l’Europa, sentendosi sempre più una pedina ma finendo con assurgere al ruolo di eroe. Un eroe appannato e macchiato di sangue, ma pur sempre un eroe.
Il motivo per il quale propendo per questa interpretazione sta nello stile adottato dall’autrice. Usa un linguaggio consono al genere, parole raffinate e precise, frasi brevi che, in teoria, avrebbero dovuto creare suspense e, nel finale, ci riescono bene. Purtroppo, però, questo non accade nel resto del libro, perché quel tipo di stile ci conduce da un personaggio all’altro, da una situazione all’altra, saltando grossi periodi temporali. La voce narrante racconta i pensieri e lo fa con garbo, ma anche con estremo distacco e, di conseguenza, il lettore non ne è mai emozionato. Persino quando entrano in gioco dei bambini resta asciutto: vediamo, immaginiamo, capiamo ma non veniamo mai travolti dall’emozione, da quel sentimento che ti rende partecipe della vita di questo o di quel personaggio. Scopriamo uno scorcio della vita di ciascuno di loro, ma non diventano nostri amici.
Questo nulla toglie al ritmo cadenzato della narrazione. Ci sarebbe da fare un breve cenno solo, purtroppo, all'uso smodato di virgole, anche dove proprio non ce ne vorrebbero, ma non è niente che un leggero editing non possa eliminare, né rappresenta un problema per il libro in sé. C’è anche qualche svista, come quando, a un certo punto, si passa dal passato remoto al presente, ma solo per poche frasi.
Come anticipavo, però, il finale è assolutamente fantastico. Non riuscivo a schiodarmi dalla sedia e nemmeno mi infastidiva più lo stile freddo. Lo scenario immaginato dall’autrice è originale, sorprendente, di quelli che tolgono il fiato e ti inducono a riflettere su cosa accadrebbe, se qualcosa di così terribile si verificasse davvero in Italia. Un Paese centrale, il cui ruolo è basilare tanto per i nostri alleati quanto per i nostri nemici.
Se amate il genere, questo libro non vi deluderà.

Buona Lettura!




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