ANTEPRIMA "Il ritmo folle del tuo cuore" di Lullaby

Titolo: Il ritmo folle del tuo cuore
Autrice: Lullaby
Genere: Romance
Editore: Self publisher
Pagine: 185
Prezzo: 2,99€ (in offerta a 0.99 €)
Serie: Autoconclusivo
Protagonisti: Laura, Luisa e Letizia
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Laura soffre di una gelosia forse immotivata che le fa compiere una serie di scelte alquanto discutibili. Luisa teme che il marito non l’abbia mai amata, ma sposata solo per dovere. Letizia che non ha ancora conosciuto la passione amorosa, dovrà scoprirne le molteplici e non sempre piacevoli sfaccettature. Tre sorelle fiorentine e una famiglia decisamente impegnativa, molti equivoci e verità mai espresse tirate fuori dai cassetti più remoti della memoria.
Se siete stufe di “sfumature” e il sado-maso non è esattamente nelle vostre corde, “Il ritmo folle del tuo cuore”, con il suo stile spiritoso e leggero, è quello che fa per voi!
Il libro contiene anche il racconto “Il peso specifico della parola amore” pubblicato in “Racconti di Cultora Centro” edito da “Historica”.


ESTRATTO
… Laura sembra totalmente intenta nel lungo e articolato rituale di bellezza di ogni domenica mattina, chiusa nel suo bagno nel quale ha preteso un grande specchio a figura intera così da poter monitorare in santa pace ogni minimo dettaglio del suo corpo. 
E’ un lavoro estenuante che richiede tempo e risorse finanziarie mantenere giovane un corpo che anagraficamente ancora lo è indiscutibilmente, ma chi può dire per quanto, almeno ai livelli di assoluta eccellenza che lei pretende da se stessa. 
I suoi occhi sono fissi sullo specchio che riflettono l’immagine quanto mai lusinghiera di un fisico forse non altissimo, ma splendidamente proporzionato e forse non formoso, ma ben provvisto di curve al punto giusto. Tuttavia l’orecchio è teso a captare ogni minimo rumore proveniente dalla camera accanto. 
E non appena la porta del bagno di Andrea si chiude, Laura conta lentamente fino a cinque e poi, rassicurata dallo scrosciare dell’acqua nella doccia e dal rumore delle ante di cristallo della cabina che si chiudono, si precipita nello studio con passo felpato alla ricerca del telefonino del marito, che rinviene in una delle tasche interne della sua cartella da lavoro. 
E’ acceso e il pin, dopo le pazienti e astute manovre di appostamento per entrarne in possesso, non è ormai più un segreto. Scorre velocemente la cronologia delle chiamate senza trovarvi nulla di insolito o almeno di apertamente sospetto. Ci sono molte telefonate al numero fisso dello studio e questo di per sé non sarebbe un problema se solo Laura non avesse constatato di persona e con occhi pieni di disappunto, che la nuova stagista è una venticinquenne con il fisico di una velina e il viso di un angelo, e se la suddetta fanciulla in fiore non usasse presentarsi allo studio seminuda, rischiando così di far venire una sincope al socio anziano e mantenendo tutti gli altri maschi in uno stato di perenne eccitazione e beota ammirazione. 
Tutto questo è ben noto a Laura non perché sia una assidua frequentatrice del luogo di lavoro del marito, ma perché opportunamente allertata da Milena, la moglie di Luigi, il terzo socio, noto puttaniere e marito fedifrago. E se in un primo momento i timori dell’amica le sono sembrati esagerati e conseguenza della travagliata vita matrimoniale della povera e pubblicamente cornuta Milena, un sopralluogo tattico in ufficio l’ha convinta che il pericolo è invece concreto. 
La piccola troia è forse giovane, ma ben conscia delle proprie indiscutibili attrattive e di come usarle a proprio vantaggio. 
Laura l’ha ben vista, nella mezz’ora scarsa che ha trascorso nello studio del marito, rapportarsi ad Andrea con quella che si potrebbe definire un’eccessiva confidenza ed esagerata prossimità fisica, praticamente strusciandoglisi addosso con la scusa di sottoporgli qualcosa, del tutto incurante della non trascurabile presenza della legittima moglie, cosa che avrebbe dovuto invece suggerirle cautela, rispetto e discrezione. Legittima moglie che non ha peraltro mancato di trattarla con odiosa condiscendenza, generosamente profusa allo scopo di farla sentire una nullità al cospetto di colei che non può temerla per alcun motivo. 
Ma figurati se una ragazza così rozza e volgare può lontanamente percepire queste sfumature. Magari un paio di schiaffi sarebbero stati ben più eloquenti e Laura non esiterebbe a propinarglieli se appena appena ne avesse l’occasione.
Dopo aver attentamente ispezionato gli sms e non aver trovato nulla degno di nota, apre whatsapp alla ricerca di qualcosa di compromettente perché, diciamocela tutta, caso mai la piccola Giada, laddove le sembrasse conveniente darla a qualcuno in ufficio, non sceglierebbe di certo il vecchio bavoso e nemmeno quell’assatanato panzone di Luigi, ma concederebbe i suoi dubbi favori ad Andrea, che nonostante i trentotto anni suonati è un gran fico, se possibile ancora più che a trentatré quando lo ha conosciuto lei. E che rappresenta una preda quanto mai appetibile e, manco a dirlo, è sempre stato corteggiatissimo tanto che anche lei, a suo tempo, ha fatto una gran fatica ad accalappiarselo.
Alla fine, scandagliando a fondo, è quasi con soddisfazione che Laura qualcosa trova, dato che detesta avere torto, almeno tanto quanto non avere l’ultima parola su tutto, secondo solo al disagio profondo di quando, suo malgrado, non riesce a essere al centro dell’attenzione.
E’ una chat che risale a martedì scorso ed è la prova indiscutibile che Andrea e Giada posseggono l’uno il numero di cellulare dell’altra. 
«Mi sa che stamattina arrivo in ritardo... Il motorino non parte e devo venire in bus!». 
«Ok, non ti preoccupare. Ma vuoi che ti venga a prendere? Sono dalle tue parti e non mi costa nulla.». 
«No, non importa, grazie, sta arrivando l’autobus... fra dieci minuti ci sono!».
A parte il fatto che una misera stagista dello studio, l’ultima arrivata, l’ultimissima ruota del carro, se e quando si permette di arrivare in ritardo dovrebbe al limite avere l’accortezza di avvertire la segretaria, l’ineffabile sig.ra Ginevra e non certo uno dei soci dello studio e soprattutto non Andrea che in ufficio è quello che ci sta meno di tutti avendo, in questo periodo, la responsabilità della direzione di un cantiere. Ma soprattutto, cos’è questo tono confidenziale, nemmeno fossero amici da una vita e cos’è questa disponibilità a passare a prendere buttata lì con tutta quella nonchalance e sottintendendo che Andrea sa bene dove la piccola troia vive e prende il bus?
Un velo rosso accecante di rabbia cala sulla visuale di solito ben nitida di Laura che non si definirebbe di norma gelosa, tantomeno possessiva, considerando questi sentimenti indegni di una donna bella e sicura di sé come lei. Tuttavia il primo impulso, escludendo a priori la possibilità di chiedere spiegazioni allo stronzo che negherebbe con tutta la disinvoltura della sua faccia da impunito, è quello di farsi dire dalla povera Milena dove vive la fanciulla e attenderla sotto casa per poi picchiarla selvaggiamente, ucciderla, intimorirla, farle pesare tutta la superiorità e il primato che deriva dal suo ruolo di moglie e dal suo essere femmina di sicuro fascino e classe indiscussa. Magari non necessariamente in quest’ordine, ma diciamo a partire dalle minacce verbali fino ad arrivare in extremis ad assoldare un killer che la elimini per sempre dalla sua vita e soprattutto da quella di Andrea. 
Intanto le porte della cabina doccia sono state aperte e l’acqua chiusa. Dal bagno arrivano i segnali inequivocabili che lo stronzo ha quasi finito e da un momento all’altro varcherà quella soglia, probabilmente ancora con i capelli bagnati, riavviati in un apparentemente casuale disordine in realtà studiatissimo, e la schiena e le spalle ancora imperlate di gocce d’acqua risplendenti sulla pelle leggermente brunita dopo la vacanza di gennaio alle Mauritius. E con solo un asciugamano bianco intorno alla vita, incurante del suo essere bagnato e delle pozzanghere che lascerà sul parquet, si butterà sul letto, bagnando anche quello e fregandosene di tutte le volte che lei lo ha pregato di non farlo.
Quindi Laura si affretta a rimettere a posto il cellulare e ad atteggiarsi a quella che sta provando dei vestiti in camera con la più totale indifferenza, riuscendo anche a sfoderare un sorriso smagliante che Andrea, appena varcata la soglia della camera e ancor prima di essersi sdraiato sul letto, accoglie come un inequivocabile invito a fare sesso, cosa che non potrebbe essere più lontana dai suoi pensieri e dalle sue intenzioni. Infatti, se in un momento diverso non disdegnerebbe per niente tali avances, ora come ora preferirebbe fare l’amore con un boa constrictor piuttosto che con lui. 
Il solo pensiero che quelle mani che ora stanno tentando goffamente di sganciarle il reggiseno e le palpano il culo con tanta apparente soddisfazione, forse non più tardi di venerdì potrebbero aver tocchicciato e smanacciato con altrettanto entusiasmo la piccola Giada, la riempie di un furore da psicopatica che solo a fatica riesce a contenere. 
Fa qualche poco convincente tentativo di scoraggiare il marito, il quale interpreta il suo cercare di allontanarlo come la provocazione di una donna che dice no, ma vuole sì, tanto che intensifica i suoi sforzi leccandole il collo, cosa che Laura ha sempre trovato irresistibile, e infilandole una mano esperta negli slip di pizzo. 
Se c’è una cosa che Laura deve riconoscere, è che Andrea conosce a menadito la mappa delle sue zone erogene e sa bene come sollecitarle. In fondo un intermezzo di sesso coniugale soddisfacente non rappresenta di per sé una capitolazione. Domani o addirittura stasera Laura metterà in atto un piano inattaccabile per scoprire la verità e se dovesse appurare che 
Andrea ha effettivamente una relazione con la piccola troia, la vendetta sarà terribile. 
Adesso però, in questo preciso istante, tutto quello che vuole è essere sbattuta con la dovuta energia e per un tempo sufficientemente lungo da permetterle di raggiungere un orgasmo potente e liberatorio, capace di allontanare dalla sua mente immagini altamente disturbanti di suo marito in giacca e cravatta e con i pantaloni calati, che si fa la stagista in ufficio, magari sulla moquette o, Dio non voglia, direttamente sulla scrivania…



Web designer di professione, compulsiva e onnivora lettrice da sempre, scrittrice per passione. Vivo a Firenze con il mio caro compagno e due figli maschi. Amo scrivere romanzi in cui l’amore e il romanticismo siano al centro della storia e tratteggiare  personaggi le cui vicende ci facciano sognare, ma, al tempo stesso, con i quali sia facile immedesimarsi.





Buona lettura!

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